Petali di rosa
Petali di rosa
“Una raccolta di venticinque poesie, accompagnate dai pensieri e dalle emozioni che hanno dato loro vita.”
Scritto da Pietro Massaini, nato a Pistoia nel Gennaio del 2000, ex studente del liceo Scientifico “Amedeo di Savoia” e attuale studente di Lettere Moderne a Firenze.
Inizia a coltivare la sua passione fin da subito per poi, una volta al liceo, partecipare attivamente al giornalino della scuola e vincere la 9° borsa di studio “Jorio Vivarelli”, che sarà il punto di partenza del suo nuovo libro.
Finito il suo percorso liceale decide di mettere insieme le sue poesie legandole con nuove, per poi nel Febbraio del 2019 pubblicarlo.
Per farvi cogliere maggiormente le sfumature e i messaggi che queste poesie vogliano esprimere, ho posto alcune domante direttamente al poeta:
Perché hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere perché ne sentivo il bisogno: è stato e continua ad essere un tentativo disperato di dar forma a ciò che ho dentro, che siano emozioni, pensieri, ricordi vicini e lontani.
Mi sono sempre divertito a scrivere in prosa, che fossero piccoli saggi o articoli di giornale, ma non avrei mai pensato che un giorno avrei sentito la necessità di scrivere poesie. Poi ho vinto la 9a borsa di studio “Jorio Vivarelli”, quasi per sfida, con la poesia Spirito leggero, e da quel momento è partito tutto.
Quali sono le fonti di ispirazione di cui ti servi quando scrivi?
Quando scrivo cerco raramente riferimenti espliciti agli autori; solitamente lascio che questi emergano naturalmente nelle poesie.
Nei miei testi ad esempio cito Francisco de Quevedo, e sicuramente ci sono tracce di Montale, Manzoni, Leopardi, De Andrè, Seneca.
I pensieri, le parole e le opere che mi hanno segnato, hanno anche mosso la mia penna, più di quanto possa credere.
Ha un significato particolare il titolo?
In queste poesie, quasi in tutte, ho cercato la leggerezza. Leggerezza intesa come la intendeva Calvino, ovvero come una sottrazione di peso (che in ogni pensiero abbastanza profondo è presente); leggerezza non come superficialità, ma come un planare sulle cose dall’alto, come fanno i petali di una rosa quando cadono a terra.
Il titolo quindi forse può dare una chiave di lettura del libro: tante piccole parti della poesia, incastrate in modo diverso, con la dolcezza e la leggerezza dei petali, e il dolore delle spine.
Il periodo liceale ha contribuito alla tua iniziativa da scrittore?
Il liceo non è stato soltanto un lungo periodo di cinque anni fatto di compiti e interrogazioni: è stato un momento di crescita, di esperienze e di stimoli provenienti da ogni materia.
Che fossero le scienze, la letteratura o la filosofia (e per questo ringrazio davvero i professori, che con la loro passione aprono un sacco di porte, e salvano tante vite, in modo diverso, tanto quanto possa fare un medico) ho ricevuto idee, conosciuto pensieri che hanno permesso di dare una forma un po’ più definita anche al mio.
Le poesie che leggerete quindi devono molto anche ai periodi di noia durante le lezioni, ai cambi dell’ora usati per staccare un attimo e pensare; ai lunghi viaggi che ho fatto con la mente guardando fuori da quella finestra un po’ sgangherata e senza maniglia che avevo accanto.
Cosa deve trarre il lettore dal tuo libro?
Sinceramente? Non lo so. Spero però che riesca ad identificarsi in ciò che legge, oppure a confrontarsi in modo costruttivo con un pensiero diverso.
Spero che rimanga emotivamente colpito, nel bene o nel male, e che si avvicini a questo mondo ineffabile della poesia, che riesce ad arricchire chi scrive e chi legge, che sensibilizza il pensiero, che dà respiro all’anima.
Nesti Lorenzo